giovedì 31 maggio 2012

Il calcio: amore ed odio

Non so, il mio primo post su questo blog volevo incentrarlo su qualcosa di vago, più come una presentazione che altro... e invece eccomi qui a parlare di calcio. Cosa ne sa una ragazza? Più di quanto non credano gli uomini ;) e beh, a me probabilmente piace più che a parecchi di loro. Lo seguo fin da bambina, sulle ginocchia di mio papà in televisione a tifare Italia, o, più grande, al Marassi ed a San Siro. Quindi, non so, ho sempre immaginato questo mondo, come di un qualcosa di etereo, di tangibile sì, ma fino ad un certo punto, da vedere ma non da toccare. Paradossalmente, da genoana convinta, rimasi piuttosto indifferente alla calciopoli del 2006, vuoi i 14 anni, vuoi il godimento di vedere la Juventus in B (e qui mi perdoneranno i tifosi della vecchia signora), vuoi la vittoria dell'Italia ai mondiali. Diciamo che, passando gli anni, stimai quell'episodio come un "incidente di percorso", o qualcosa del genere, una carognata di un pugno di manager male in arnese e mafiosi fino al midollo. Ma l'Entzauberung (il disincanto del mondo) alla fine purtroppo, mi ha toccata. Combine, scommesse, corruzione, slavi, bulgari, misteriosi singaporiani avvolti nell'ombra, mi hanno dato la sgradevole sensazione di uno scadente action movie anni'60, una Spectra scalcagnata e un po' sfigata beccata con le mani nel sacco proprio quando stavamo cominciando a risollevarci, almeno un tantino, dall'onta calciopoli che ci aveva precluso l'assegnazione dell'europeo 2012 (proprio questo -.-'). Ne sono rimasta - nonostante possa sembrare una considerazione piuttosto banale - profondamente, davvero, delusa. Ed alla fine, il significato di tutto questo flusso di coscienza è per dire che, no, non mi dispiacerebbe - arrivati a questo punto - che il calcio si fermasse per tre anni. O meglio, non è che sia completamente d'accordo: nel senso che il calcio crea anche marketing e tutto un mercato dietro (astenersi da battute sul tema scommesse a questa frase) che un certo apporto lo daranno pure all'economia, o no? Almeno lo spero :)

1 commento:

  1. Eh, stellina, hai ragione. In tempi passati anche io ero un appassionato d'acciaio del calcio e anche quest'anno sono andato qualche volta a seguire la squadra della mia regione (cagliari, immune per ora). Faccio parte dei disillusi del 2006, nonostante i mondiali vinti. Troppo malaffare, mi spiace... credo di avere seguito non meno di sette-otto campionati che poi, alla fine dei conti, si sono rivelati truccati. Del resto, non è un problema solo del calcio: nel "secolo di Silvio", come dici tu, non ci sono più valori e sia a livello personale che di società conta solo il profitto. Amara conclusione di chi è nato in un mondo che sembrava diverso, anche se resto speranzoso perchè data la crisi attuale certe vecchie logiche verranno prima o poi scardinate. Saluti e auguri per il blog.

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