venerdì 5 ottobre 2012

La Sardegna e le province NON-morte

Se ne è parlato molto, appena pochi mesi fa. Città metropolitane, dimezzamento ed accorpamento delle province, congelamento di tutti quegli enti pubblici che, vuoi per campanilismo, vuoi per mangiarci sopra, continuavano a dividersi, moltiplicarsi, dividersi ancora, in un eterno circolo vizioso.
Avete presente? Bene. Tra tutti questi magna magna collettivi, uno dei "casi limite", sbandierato ai quattro venti per tutta la scorsa primavera, era l'affaire Sardegna. Ci si interrogava di come fosse possibile che, a fronte di una popolazione tutto sommato modesta (1.600.000 c.ca) e della concreta scarsità di nuclei abitativi di una certa consistenza sparsi per un territorio vasto come il Piemonte, si trovassero ben otto province di cui quattro, le "nuove" (istituite tramite decreto legge regionale nel 2001), con una popolazione complessiva parecchio inferiore al canonico mezzo milione.
Accadde quindi che, grazie all'eroico intervento di un gruppo, anzi, di un movimento locale (i Riformatori Sardi) si arrivò, ai primi di maggio, alla promulgazione di un referendum abrogativo che, a sorpresa, raggiunse l'eccezionale record del 97% di SI. Un successo per la democrazia, a detta di molti (me compreso).
Ma questo è l'antefatto, ora passiamo al presente. Già, perché, a fronte di tutto ciò, pare che non sia cambiato assolutamente nulla. Pur di riuscire a rimanere seduti su poltrone ormai dissolte nell'aria, le sedicenti amministrazioni dimissionarie hanno prima posposto la loro definitiva débâcle, e contemporaneamente, da gran furboni, hanno fatto (e stanno continuando a fare) i loro porci comodi con i finanziamenti che ancora fluiscono copiosi da Roma, organizzando sagre, feste, assumendo personale... Insomma, strafottendosene del plebiscito che avrebbe dovuto apporre la parola fine a tutto questo spreco di denaro pubblico.

E invece, come solo here in Italy siamo capaci di fare, il tutto si consuma sotto il naso e gli occhi (ben chiusi) di tutti... bella roba, eh? 

(Se siete interessati, vi invito alla lettura di questo interessante articolo, firmato da Monia Melis, del Fatto Quotidiano)


giovedì 31 maggio 2012

Il calcio: amore ed odio

Non so, il mio primo post su questo blog volevo incentrarlo su qualcosa di vago, più come una presentazione che altro... e invece eccomi qui a parlare di calcio. Cosa ne sa una ragazza? Più di quanto non credano gli uomini ;) e beh, a me probabilmente piace più che a parecchi di loro. Lo seguo fin da bambina, sulle ginocchia di mio papà in televisione a tifare Italia, o, più grande, al Marassi ed a San Siro. Quindi, non so, ho sempre immaginato questo mondo, come di un qualcosa di etereo, di tangibile sì, ma fino ad un certo punto, da vedere ma non da toccare. Paradossalmente, da genoana convinta, rimasi piuttosto indifferente alla calciopoli del 2006, vuoi i 14 anni, vuoi il godimento di vedere la Juventus in B (e qui mi perdoneranno i tifosi della vecchia signora), vuoi la vittoria dell'Italia ai mondiali. Diciamo che, passando gli anni, stimai quell'episodio come un "incidente di percorso", o qualcosa del genere, una carognata di un pugno di manager male in arnese e mafiosi fino al midollo. Ma l'Entzauberung (il disincanto del mondo) alla fine purtroppo, mi ha toccata. Combine, scommesse, corruzione, slavi, bulgari, misteriosi singaporiani avvolti nell'ombra, mi hanno dato la sgradevole sensazione di uno scadente action movie anni'60, una Spectra scalcagnata e un po' sfigata beccata con le mani nel sacco proprio quando stavamo cominciando a risollevarci, almeno un tantino, dall'onta calciopoli che ci aveva precluso l'assegnazione dell'europeo 2012 (proprio questo -.-'). Ne sono rimasta - nonostante possa sembrare una considerazione piuttosto banale - profondamente, davvero, delusa. Ed alla fine, il significato di tutto questo flusso di coscienza è per dire che, no, non mi dispiacerebbe - arrivati a questo punto - che il calcio si fermasse per tre anni. O meglio, non è che sia completamente d'accordo: nel senso che il calcio crea anche marketing e tutto un mercato dietro (astenersi da battute sul tema scommesse a questa frase) che un certo apporto lo daranno pure all'economia, o no? Almeno lo spero :)

martedì 29 maggio 2012

Il terremoto, Ostiglia e la centrale nucleare

Stamattina ero sul divano a guardarmi Rai News 24 (alle 9 a casa davanti alla TV vi indignerete voi? calma, sono ancora universitario, me lo posso permettere!) quando avverto come una vibrazione. Alzo gli occhi e vedo il lampadario che dondola vistosamente. Fuori, le campane a vento che ho appeso davanti alla portafinestra fanno un rumore infernale, ma non c'è un filo di vento. Dura solo una manciata di secondi, e non è stato più forte - in paragone - del trillo del mio cellulare quando lo metto in silenzioso, ma capisco subito cosa è successo.  Il terremoto.
Se anche non ci fossi arrivato, ci pensa subito la giornalista: "Ci comunicano che una potente scossa tellurica si è abbattuta nel nord Italia, con epicentro sempre in Emilia Romagna..." Beh, dopo un paio di telefonate alla famiglia e un paio di clic del mouse sul pc che nel frattempo avevo acceso, mi capita sotto gli occhi - è passata circa un'ora - un nome, Ostiglia.
Torniamo indietro di un annetto. Vi ricorderete quando, a metà maggio 2011, un bel po' di gente venne chiamata, oltrechè per la tornata elettorale di parecchi comuni, a esprimere la propria opinione per una serie di referendum uno più scellerato dell'altro - legittimo impedimento, privatizzazione dell'acqua, ecc - giusto? Ecco, tra quelli ce n'era uno, particolarmente sponsorizzato dal ministro Romani e di rimbalzo dal Nano da Giardino, che suscitò il NO più secco dell'opinione pubblica: il quesito sull'energia nucleare. All'epoca collaboravo con un altro blog, e mi venne lo schiribizzo, a poche settimane dal voto, di esprimere il mio giudizio in proposito. Poi, alla fine, l'articolo che avevo preparato finì nel dimenticatoio e rimase come documento word... almeno fino ad oggi.
... sembra che quella di costruire le centrali nucleari sia il nuovo cavallo di battaglia di questo maledetto governo, come se non avessimo già abbastanza problemi! [...] Poi neanche a 100 km da dove abito ne vogliono costruire una: o a Caorso, in Emilia ma a uno sputo dalla provincia di Lodi, su cui già si trova - per fortuna non a regime - la più bella e recente centrale italiana (parola del min. Romani), oppure  a Sermide/Ostiglia [...]
Ecco, sapere che oggi, a distanza di poco più di un anno, proprio in quella zona un terremoto di quasi 6 gradi della scala Richter ha raso praticamente al suolo buona parte della piccola cittadina di Ostiglia, mi vengono i brividi.
Mi piacerebbe proprio sapere - ma anche no - cosa sarebbe successo in questa giornata se quella centrale fosse stata in funzione. Probabilmente nulla, dopotutto quella di Fukushima ha resistito ad una catastrofe ben peggiore, ma - dico io - chi è stato quel burlone che a suo tempo aveva indicato quella zona come non sismica?

domenica 27 maggio 2012

La Siria è lontana?!?

Certo che siamo proprio dei provincialotti. Mentre qua in Italia si parla di maggiordomi (ci sono dentro anch'io, diamine), di grillo, delle sparate idiote del tipo delle cene eleganti e di equivoci presidenti di regione, in Siria si sta consumando quella che i giornali di mezzo mondo hanno già battezzato la strage di Homs: centinaia - se non migliaia - di civili (tantissimi dei quali bambini) uccisi dalle forze che sostengono il regime sanguinario di Hassad.
Beh, ma la Siria è là, a distanza di sicurezza, confrotevolmente lontana. Quindi, a noi, che ci frega?

venerdì 25 maggio 2012

Il colpevole è il maggiordomo

Non c'è niente da fare, l'assassino - o meglio, in questo caso, la talpa - è sempre il maggiordomo. Vi ricordate il mio ultimo post? Ecco, è notizia freschissima che l'assistente di camera (insomma, il maggiordomo) di Benenedetto XVI sia la talpa che da inizio anno lancia come coriandoli carte segrete, lettere ufficiali e quanto di più top secret ci sia nel Vaticano alla stampa di mezza Italia.

Come alcuni ricorderanno, l'imbarazzante stillicidio di informazioni era iniziato con le corrispondenze sub secreto di monsignor Viganò, passando tra la lotta intestina nella banca più riciclata del mondo (indovinate un po' qual è ;)) all'attentato al papà, fino alle carte su cui si basa il libro di Gianluigi Nuzzi Sua Santità.

Beh, pare che all'interno di quel piccolo staterello al centro di Roma si siano fatte le cose in grande stile, mobilitando in toto tutto l'effettivo della Gendarmeria vaticana in questa "caccia al ladro"... indagini, interrogatori, perquisizioni a tappeto fino alle più alte gerarchie hanno alla fine portato al colpevole, Paolo Gabriele, detto Paoletto. Padre di famiglia, descritto come mite, solitario e monotono personaggio della cosiddetta famiglia pontificia; l'accusa mossagli è il possesso di documenti che non avrebbe dovuto avere.

Ma già sorgono i primi dubbi: è possibile che un uomo così "banale", perlomeno da quanto è trapelato dal suo identikit, sia la Maria di Nuzzi? "Uno dei più fidati collaboratori di cardinali importanti", che avrebbe goduto della complicità delle alte sfere (Segreteria di Stato, Governatorato, ecc), organizzato un complesso sistema di intermediari, autisti, e non da ultimo incontri segreti in appartamenti sfitti nel centro storico di Roma? La cosa appare poco verosimile, e la stessa cosa devono aver pensato i capoccia della Gendarmeria Vaticana. La caccia - come nelle migliori spy story da guerra fredda - è appena cominciata.

giovedì 24 maggio 2012

Il Vatileaks di Nuzzi

Devo ammetterlo, prima del 21 maggio di Gianluigi Nuzzi sapevo molto poco (le solite banali informazioni che puoi riassumere in 2 righe), e sinceramente, non avessi partecipato come pubblico ne L'Infedele, ne avrei saputo uguale. Invece ho avuto la fortuna di conoscerlo (in verità di scambiarci due parole tra una pubblicità e l'altra) nelle 3 orette scarse della trasmissione.Ma soprattutto ho potuto conoscere il suo nuovo libro, Sua Santità.
La pubblicazione raccoglie i documenti segreti che svelano trame e intrighi all’interno della Chiesa, tutte carte finite sulla scrivania di Papa Benedetto XVI e che dovevano rimanere segrete.
Tra le pagine trovano spazio una serie di incartamenti riservati del Vaticano, lettere inviate all'appartamento papale relative a vicende di cui si è molto parlato, dal caso Boffo alla rimozione di Viganò, fino a testi scritti dal presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi su temi fiscali, note su cene private tra il Papa e il presidente Napolitano, questioni come l'atteggiamento da tenere sul sequestro Orlandi. E poi tutta la serie di intrecci e di interessi tra Stato Vaticano e Repubblica Italiana, dalle trattative segrete con il governo Berlusconi sull’Ici, alle memorie difensive sul caso Ruby del Premier, passando per le raccomandazioni di Gianni Letta. per approfondire, clicca qui!
Un sunto di quello che si può trovare all'interno di questo fantastico libro, che per essere vissuto, però, deve essere letto. Sì, perchè è solo sfogliandone le pagine che si riesce quasi a toccare e sentire il castello di corruzione, menzogne, giochi di potere che si è precariamente costituito attorno ad uno tra i più potenti uomini della Terra. Un libro assolutamente da non lasciarsi sfuggire, siate atei, cattolici, ciellini, pastafariani... Vi saranno svelati retroscena che neanche potete immaginare! :)

venerdì 13 aprile 2012

Brividi nel tacco d'Italia

A Taranto è tempo di elezioni. "Ehmbè?" esclameranno alcuni. "Nulla di male" diranno altri. Ecco infatti, non ci sarebbe niente di sbagliato se non fosse per una sola, minuscola cosa: i candidati.
Sì, perchè in quell'amena porzione del salentino è in corso una campagna elettorale che sfiora - ma che dico - supera e doppia il tragicomico.
Iniziamo dando un paio di numeri: su 191 mila abitanti, gli aspiranti sindaco sono 11, le liste 31 e i consiglieri comunali, udite udite, toccano il migliaio. C'è qualcosa che non quadra. Ma ora passiamo ai fatti.
Il nostro primo uomo è Filippo Condemi, candidato PdL di professione avvocato ed ex assessore all'urbanistica e lavori pubblici della tristemente nota giunta di centro destra che, nel 2006, portò la città ad un passo dalla bancarotta. "Eh, ma la gente cambia..." A quanto pare lui no, dato che, nemmeno un anno fa, Condemi è stato condannato ad un anno e sei mesi di carcere. E dire che Luigi Montanaro (coordinatore provinciale) di lui ha detto: "E' un uomo scelto per la sua onestà." Nonostante tutto è lui l'esponente di spicco del centro-destra tarentino.
Svoltiamo ora a sinistra. Qui c'è il sindaco uscente, Ippazio Stefàno, spalleggiato da SEL e soprattutto dal governatore Nichi Vendola il quale, in barba al PD - che avrebbe voluto le primarie - l'ha imposto come candidato unico per la corsa al capoluogo ionico. Verdi e Rifondazione però non ci stanno e, perlomeno in questa tornata elettorale, procedono da soli, rispettivamente con Angelo Bonelli e Dante Capriulo.
Completano il cerchio Massimiliano Di Cuia (Io Sud), e il grillino Alessandro Furnari.
Ma non è finita. Qui la faccenda si fa davvero interessante. Infatti, oltre ai sopracitati personaggi ve n'è un altro, anzi due: al grido di "Cito sindaco!" è entrato in bagarre nientemeno che l'imprenditore Giancarlo Cito che, tramite la figura di suo figlio Mario (il candidato-fantoccio) dagli studi della sua emittente locale sputa veleno e letame a chiunque si trovi sul cammino suo e della sua prole. Strategia discutibile, e che potrà anche far sorridere qualcuno, ma, a conti fatti, comincia a far paura agli avversari: figura carismatica come pochi, riesce ad esercitare un fascino sulle masse davvero niente male, e questo nonostante tutti i fattacci a cui è strettamente collegato, dalla concussione a concorso esterno in associazione mafiosa.

Insomma, si preannuncia un bello scontro... beh, vinca la democrazia! (see...)

È tutto un magna-magna

Beh, ormai era questione di tempo, prima che la cricca leghista cominciasse a scrollarsi di dosso un po' di sudiciume. Sai che sorpresa, quindi, che abbiano deciso di scaricare quella grandissima str..za della Mauro. Una terrona, per di più ai vertici del carroccio... in pochi la piangeranno dai, con quella faccia da scimmia... insomma, il capro espiatorio perfetto per cercare di arginare tutto il bailamme degli ultimi giorni. Già, perché Bossi, con il suo bel faccione innocente, era all'oscuro di tutto.
Va beh... e intanto, per ogni pollo che si fa beccare com il becco nel mangime, ce ne sono a decine che continuano felicemente ad intascarsi i nostri soldi e a farsi i loro porci comodi. Ma bisogna capirli, poveretti: alla fine la colpa non è loro, è nostra. Noi perbenisti che ci indignamo di tutto questo magna magna, dei politici tutti uguali, del sudiciume che infetta i palazzi del potere, condendo il tutto di cristoni a destra e a sinistra ma, ai fatti, non facendo altro che rodersi il fegato per nulla. Sì, perché mentre stiamo davanti alla TV ad imprecare contro questo o quell'altro, alla casta o al politico mafioso beccato con le mani nel sacco con il dollaro sopra, questi illustri personaggi continuano impuniti e imperterritti a farsi i fattacci loro, magari facendosi quattro risate sulla nostra immobilità. Ma perché, dico io, non gli togliamo di dosso quel sorrisetto arrogante e cominciamo a farli sudare freddo? Tutti insieme la differenza, ve lo dico io, la facciamo... pensate che caga si prenderebbero :)

martedì 10 aprile 2012

Sabba a Gemonio!!

eh, si vede proprio che si amano...
Nella Lega è scoppiato il putiferio: tra interessi politici, cerchi magici (aspettate eh), corruzioni, denaro pubblico finito nelle tasche di casa Bossi e chi più ne ha più ne metta, ora spunta anche uno scandalo ancora più gustoso: la moglie del Senatùr ha una insana passione per la magia nera.
Non ha rilevanza procedurale? È un mero espediente per mettere alla berlina qualcuno? Certo che sì, ma data la famiglia e gli scompiscianti retroscena, perchè non ridercela sopra?
Per i (pochissimi) che non ne fossero  al corrente, quella che sto per proporvi è un'intercettazione della magistratura di Milano tra l'(ex)tesoriere della Lega Francesco Belsito e  la segretaria amministrativa Nadia Dagrada a proposito di Manuela Marrone in Bossi:

I due parlano della villa dei Bossi a Gemonio. "Sei andato a vedere dove dorme lei?", chiede la Dagrada. "Parli della moglie o dell'altra?¹ Ovviamente è la Marrone. "Se tu vai sopra alla mansarda - continua - c'è una brandina, ma non sto scherzando, ci sono le foto. C'è una brandina di quelle che sembrano per bambini, un comodino ed una lampada. Per terra, piena piena, che prende tutta la stanza, libri di magia nera. Cartomanzia. Astrologia. Tutti eh!... Ma ce ne saranno almeno un centinaio, tutti per terra, non su una scrivania. Niente, lei vive lì, quando è in casa è lì, con quei libri". "E che cazzo fa?" chiede sconcertato² Belsito "Eh, allora non ho via d'uscita, non so né cartomante né mago", aggiunge con una risatina da isterico. Poi sale l'incazzatura, per i soldi usciti dalla cassa della Lega per la scuola della moglie di Bossi. "Sono un deficiente - dice in un'altra telefonata alla Dagrada - che mi sono preso a banconate la scuola, capisci tutti i soldi a quella grande p... della moglie, che stupido che sono".
 
¹ l'altra starebbe per Rosy Mauro, soprannominata "la nera"  (forse per le sue origini leccesi? questi leghisti hanno un senso dell'umorismo davvero sopraffino!) 
² e detto da un uomo del genere... ce ne vuole :D


Un ultimo commento (un tantino cinico, ma parmettetemelo): gossip a parte, compiango la Marrone; vivere con Bossi & prole per così tanti anni farebbe uscire pazzo chiunque!

mercoledì 18 gennaio 2012

Le palle di De Falco e la codardia di Schettino

a sx il cmd. Francesco Schettino, a dx il cmd. della capita-
neria di porto di Livorno Gregorio De Falco 
De Falco: «Sono De Falco da Livorno, parlo con il comandante?
Schettino: «Sì, buonasera comandante De Falco»
De Falco: «Mi dica il suo nome per favore»
Schettino: «Sono il comandante Schettino, comandante»
De Falco: «Schettino? Ascolti Schettino. Ci sono persone intrappolate a bordo. Adesso lei va con la sua scialuppa sotto la prua della nave lato dritto. C'è una biscaggina. Lei sale su quella biscaggina e va a bordo della nave. Va a bordo e mi riporta quante persone ci sono. Le è chiaro? Io sto registrando questa comunicazione comandante Schettino...».
Schettino: «Comandante le dico una cosa...»
De Falco: «Parli a voce alta. Metta la mano davanti al microfono e parli a voce più alta, chiaro?».
Schettino: «In questo momento la nave è inclinata...».
De Falco: «Ho capito. Ascolti: c'è gente che sta scendendo dalla biscaggina di prua. Lei quella biscaggina la percorre in senso inverso, sale sulla nave e mi dice quante persone e che cosa hanno a bordo. Chiaro? Mi dice se ci sono bambini, donne o persone bisognose di assistenza. E mi dice il numero di ciascuna di queste categorie. E' chiaro?
Guardi Schettino che lei si è salvato forse dal mare ma io la porto... veramente molto male... le faccio passare un'anima di guai. Vada a bordo, cazzo!»
Schettino: «Comandante, per cortesia...»
De Falco: «No, per cortesia... lei adesso prende e va a bordo. Mi assicuri che sta andando a bordo...».
Schettino: «Io sto andando qua con la lancia dei soccorsi, sono qua, non sto andando da nessuna parte, sono qua...»
De Falco: «Che sta facendo comandante?»
Schettino: «Sto qua per coordinare i soccorsi...»
De Falco: «Che sta coordinando lì? Vada a bordo. Coordini i soccorsi da bordo. Lei si rifiuta?
Schettino: «No no non mi sto rifiutando».
De Falco: «Lei si sta rifiutando di andare a bordo comandante?? Mi dica il motivo per cui non ci va?»
Schettino: «Non ci sto andando perché ci sta l'altra lancia che si è fermata...».
De Falco: «Lei vada a bordo, è un ordine. Lei non deve fare altre valutazioni. Lei ha dichiarato l'abbandono nave, adesso comando io. Lei vada a bordo! E' chiaro? Non mi sente? Vada, mi chiami direttamente da bordo. Ci sta il mio aerosoccorritore lì».
Schettino: «Dove sta il suo soccorritore?»
De Falco: «Il mio soccorritore sta a prua. Avanti. Ci sono già dei cadaveri Schettino».
Schettino: «Quanti cadaveri ci sono?»
De Falco: «Non lo so.. Uno lo so. Uno l'ho sentito. Me lo deve dire lei quanti ce ne sono, Cristo».
Schettino: «Ma si rende conto che è buio e qui non vediamo nulla ...».
De Falco: «E che vuole tornare a casa Schettino? E' buio e vuole tornare a casa? Salga sulla prua della nave tramite la biscaggina e mi dica cosa si può fare, quante persone ci sono e che bisogno hanno. Ora!».
Schettino: «(...) Sono assieme al comandante in seconda».
De Falco: «Salite tutti e due allora. (...) Lei e il suo secondo salite a bordo, ora. E' chiaro?».
Schettino: «Comandà, io voglio salire a bordo, semplicemente che l'altra scialuppa qua... ci sono gli altri soccorritori, si è fermata e si è istallata lì, adesso ho chiamato altri soccorritori...».
De Falco: «Lei è un'ora che mi sta dicendo questo. Adesso va a bordo, va a B-O-R-D-O!. E mi viene subito a dire quante persone ci sono».
Schettino: «Va bene comandante»
De Falco: «Vada, subito!»

giovedì 12 gennaio 2012

Idiozie verde lega

Bossi: "Mai stati forcaioli!"

(nella foto il deputato Luca Leoni Orsenigo, ex parlamentare della Lega Nord che nel '93 esibì un cappio alla Camera)

Nicola sì, Nicola no

Ok, ho disertato questo blog per quasi 11 mesi (un po' per lo studio e un po' per una mia collaborazione ad un altro sito), lasciandolo proprio nel mezzo di una vera e propria bufera (la primavera araba prima e il declino e la caduta del governo Berlusconi dopo) che ho però avuto modo di commentare in altre sedi, e che sicuramente - è lecito pensarlo - abbiate ampiamente seguito in televisione, sui giornali o via web. Ma a prescindere da tutto ciò, sono tornato, quindi bando alle ciance e entriamo in topic.

Questo pomeriggio ero a casa mia, ad Arcore, a studiare per un esame, dimenticandomi completamente che oggi la Camera dei Deputati avrebbe votato per l'autorizzazione alla custodia cautelare del segretario PDL campano Cosentino. Poi, un quarto d'ora fa, sfogliando distrattamente la pagina di facebook sul mio cellulare, leggo sullo stato di una mia amica: "No all'arresto di Cosentino..." è uno scherzo, penso.
Così accendo il pc e, sulla home di Yahoo mi trovo - tra una cura dimagrante e un "sequestro di slip"- un articolo che speravo tanto di non vedere
( se vuoi roderti il fegato, clicca qui).

È uno shock. come è possibile che alla Camera gli esiti della votazione siano stati 309 NO contro 298 SI? In una prima sommaria disamina mi ritorna in mente la vicenda dei 6 deputati radicali che avevano espresso la loro intenzione di votare contro la richiesta a procedere della magistratura di Napoli (per chi non lo sapesse, Cosentino è accusato di collusione con la camorra); poi, andando avanti con la lettura dell'articolo, scopro che il Padre del Trota, il Senatùr Bossi, in un nuovo attacco di idiozia ha ordinato ai suoi - o meglio, quelli che ancora lo seguono - di schierarsi con il centro destra e votare no, sputtanando il suo vice Maroni. Così il politicante mafioso di turno si è evitato per un soffio il carcere, il voto era segreto, la CASTA si è, come al solito autoprotetta, e tutti sono contenti. Bene. Noi no però.

Perchè passi pararsi il culo a vicenda, lo fanno da anni, ma quando poi ascolto le dichiarazioni di voto di quelli che hanno permesso a questo delinquente di farla franca comincio veramente ad incazzarmi. Soprattutto quegli onorevoli che per difenderlo hanno passato ai Raggi X il resunto passato eversivo del giudice del riesame, andando a ritroso di anni, addirittura decenni... niente di nuovo - direte voi - ma ciò porta inevitabilmente alla domanda: se un magistrato è palesemente un eversore, perchè è ancora lì al suo posto? Com'è possibile che non sia stato cacciato, defenestrato o che-so-io? Pare - e qui aprirei una gigantesca parentesi - che li si tenga al loro posto per utilizzarli nel momento del bisogno come esempio, anzi, come prova a favore di un presunto ma energicamente evocato, complotto della magistratura (ovviamente solo contro alcuni politici). Un'architettura, nel caso in cui lo fosse, perfetta per difendere (quando conviene, ovvio) l'impianto accusatorio, la fragilità o l'insussistenza dello stesso. Di dimissioni spontanee, non scherziamo, Modesto a parte siamo uno stato troppo corrotto e ipocrita per prenderle anche solo in considerazione... anche perchè diventerebbe una caccia alle streghe o se preferite un tiro al piccione, quindi, per carità, lasciamo pure tutto così com'è.

Poi arriva il gran finale, la mazzata tra capo e collo, la bocciatura dei quesiti referendari. La dignità se ne va, lo schifo resta e dilaga. Ed il Porcellum se la ride. Povero Mario, non vorrei proprio essere nei tuoi panni!